Come nasce la tovaglietta IO PARLO CON IL DITO

L’associazione sin dalla sua nascita ha a cuore la disabilità ci adoperiamo con l’informazione sul tema dello sviluppo di altre abilità .


La disabilità è una condizione di stigma che per la persona si porta nella sua esistenza con ricadute di disagio psicologico come l’isolamento. Sul versante sociale per l’individuo si impone il confronto con l’altro con l’emergere della “diversità” e spesso porta alla perdita del diritto di chiedere, diventando invisibili e a rinchiudersi in nicchie domestiche ed educative. Tra le diverse forme di disabilità ci siamo concentrati sui bambini con difficoltà di linguaggio nelle diverse forme e che usano la comunicazione aumentativa per comunicare.


I disturbi del linguaggio sono molto diffusi i dati evidenziano una presenza sempre più significativa in Italia. La Federazione italiana dei logopedisti, ha recentemente pubblicato un lavoro di ricerca condotto secondo le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità e i dati epidemiologici indicano che il 7% circa dei bambini in maggioranza maschi sono affetti dal disturbo primario del linguaggio, è un disturbo del neuro-sviluppo più frequente in età scolare e consiste nella difficoltà ad acquisire la lingua a cui il bambino è esposto (Fonte Quotidiana Sanità 25/07/2022).


Una ricerca ISTAT del 2013 sugli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie pubbliche e private di tutta l’Italia ha rilevato i dati sul disturbo specifico del linguaggio, detto specifico quando non è collegato o causato da altri disturbi evolutivi del bambino come (ritardo mentale o perdita dell’udito)


La distribuzione in Italia secondo questa indagine evidenzia i seguenti dati: disturbo specifico del linguaggio nella scuola primaria, al nord 23,9% al centro 23,8% al sud 26,4%.
Il disturbo specifico del linguaggio scuola secondaria al nord 12,5%, al centro 11,7% al sud 15,6%.
Secondo il Ministero della Sanità, si stima che 1 bambino su 77 trai 7 e 9 anni di sesso maschile presenta un disturbo dello spettro autistico.


La comunicazione aumentativa è lo strumento che i bambini imparano e usano con gli altri. La (CAA) è un approccio che si propone di offrire una modalità alternativa a chi, oltre ad essere escluso dalla comunicazione verbale e orale a causa di patologie congenite o acquisite presenta anche deficit cognitivi, più o meno severi.


Siamo partiti dalla riflessione che il momento del pasto a scuola e nei locali di ristorazione, vede il bambino nell’impossibilità di comunicare con gli altri (compagni, operatori) se non c’è l’educatore o il genitore e che la CAA non è conosciuta dai compagni e dagli operatori del settore. L’esperienza diretta di educatori che quotidianamente lavorano con bambini con difficoltà di linguaggio, e le testimonianze di genitori ci hanno dato la possibilità di capire quanto per un bambino con questa difficoltà non ci sia possibilità di vivere un momento di felicità e socialità come quello del pasto.


L’idea è stata di realizzare un oggetto di facilitazione a beneficio dei soggetti interessati e di fare informazione per gli operatori del settore. La tovaglietta, una semplice tovaglietta americana di carta già presente in molti ristoranti e mense, può facilmente essere messa a disposizione direttamente a chi si occupa del servizio di ristorazione e a sua volta potrà facilmente metterla a disposizione della persona che ne necessita.


La tovaglietta, che si ispira ai princìpi della (CAA) che costituisce un’area della pratica clinica rivolta a tutti coloro che presentano delle disabilità comunicative del linguaggio, sia permanenti che temporanee, presenta i simboli più comuni relativi all’alimentazione e alla permanenza in una mensa scolastica / ristorante / altro (ad.es. “bagno” “forchetta” “acqua”…).


Indicando tali simboli, la persona affetta da disturbo specifico del linguaggio, riuscirà più facilmente a comunicare con il cameriere o chi per lui, indicando i propri bisogni. Dal canto suo il cameriere potrà più facilmente comprenderli e interagire.


In questi simboli si è tenuta in considerazione anche la necessità di comunicare non solo delle esigenze “materiali” ma anche i propri sentimenti basilari. Tutto questo senza voler sostituire quella dimensione puramente relazionale che può essere rappresentata da un cenno, uno sguardo o un’espressione. Per questo motivo abbiamo deciso di dare spazio ad altri simboli e non, per esempio, al semplice “grazie”.

Dal 2019 abbiamo avviato una start-up del progetto “IO PARLO CON IL DITO” coinvolgendo le Istituzioni: comune di Milano, Confcommercio, FIPE, FIPE donna, EPAM al fine di attivare un processo di sensibilizzazione sul tema della scarsa conoscenza della (CAA) nei luoghi dove si consumano i pasti.


Il 27 settembre 2022 con il loro sostegno si è tenuta una conferenza stampa presso la sede della Confcommercio di Milano in cui abbiamo presentato la tovaglietta. Il nostro obbiettivo è diffonderla e fare informazione.