La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA)


La CAA comprende approcci e strategie volti a migliorare le capacità espressive di persone che presentano
difficoltà nella comunicazione. In realtà è molto più di questo, in quanto si tratta di un approccio alla
persona nel suo complesso. Poter scegliere e raccontare, infatti, è vitale per gli individui. La CAA stimola le
funzioni di richiesta e di scelta attraverso diverse modalità, come programmi comunicativi sul pc o sul
tablet, ma anche, parallelamente, strumenti cartacei come tabelle di immagini simboliche e foto. Ciò
permette alla persona di poter compiere delle scelte ed esprimere delle richieste, e questo aumenta
autostima e incisività e organizza il pensiero, oltre che l’azione. Le immagini, infatti, chiariscono significati,
diminuiscono la ripetitività e le stereotipie e rappresentano un canale comunicativo universale. Poter
scegliere, ad esempio, anche piccole cose, come il gusto del succo di frutta, o il luogo dove fare una
passeggiata, o cosa mangiare, significa esprimere il proprio diritto all’autodeterminazione.
Per consentire alla persona, inoltre, di poter parlare di sé e raccontare le proprie esperienze, vengono
costruite tabelle comunicative tematiche relative a luoghi, persone e attività, un raccoglitore con le
immagini delle esperienze importanti, da mostrare agli altri o da riguardare come un album dei ricordi, e, a
volte, anche una presentazione scritta chiamata “passaporto comunicativo”, che contiene alcune
informazioni fondamentali sulla persona e sul suo modo di comunicare.
È importante distinguere tra produzione e comprensione del linguaggio, in quanto al giorno d’oggi la
convinzione “non parla, quindi non capisce” è ancora molto diffusa, mentre in alcuni casi i deficit anche
gravi nella produzione, è associata una solo minima compromissione della comprensione.
Quando si parla di disturbi della comunicazione e del linguaggio non si deve dimenticare che ogni persona,
indipendentemente dal grado di disabilità, ha il diritto fondamentale di influenzare, mediante la
comunicazione e il linguaggio, le condizioni della sua vita.
In quest’ottica, la CAA ha come obiettivo principale quello di accrescere il livello di partecipazione attiva
delle persone con disturbi comunicativi, permettendo loro di essere protagoniste della propria vita.
La CAA si riferisce a un’area di ricerca e di pratica clinica ed educativa, studia e tenta di compensare
disabilità comunicative temporanee o permanenti, limitazioni nelle attività e restrizioni alla partecipazione.
Si preferisce sottolineare l’aggettivo “aumentativa”, in quanto la CAA non mira a sostituire ma ad
accrescere la comunicazione naturale, utilizzando tutte le competenze dell’individuo, includendo tutte le
vocalizzazioni e il linguaggio verbale esistente, ma anche gesti, segni, comunicazione attraverso ausili e
strumenti di tecnologia avanzata.
L’obiettivo finale di un intervento di CAA non è, però, trovare una soluzione tecnologica ai problemi di
comunicazione, ma consentire alle persone di coinvolgersi effettivamente ed efficacemente in diverse
interazioni e partecipare ad attività di loro scelta. L’oggetto è solo un mezzo, l’interesse principale
rimangono le persone e l’interazione tra esse.
È importante, infine, fornire opportunità significative per comunicare. Spesso, infatti, l’ostacolo principale
è rappresentato dalla mancanza di occasioni appropriate di interazione con gli altri. I problemi
comunicativi, associati a una vasta gamma di cause fisiche, sociali e ambientali, restringono e limitano la
possibilità di partecipare indipendentemente alla società. Lo scopo dei programmi di CAA, quindi, è quello
di migliorare la qualità della vita delle persone con bisogni comunicativi complessi, persone che, spesso,
non avevano nemmeno la consapevolezza di poter vivere meglio e più appieno di come stavano facendo.
A partire da queste riflessioni, l’Associazione clinicaMENTE ha dato avvio, tre anni fa, al progetto “IO PARLO
CON IL DITO”, con l’idea della tovaglietta comunicativa ispirata ai principi della CAA, in cui sono coinvolti i
seguenti partner: Comune di Milano, Epam, Fipe e Confcommercio al fine di diffonderla nelle attività di
ristorazione. La tovaglietta è un oggetto già presente nei locali e crediamo possa essere uno strumento di
facilitazione della relazione tra cameriere e persone con difficoltà di linguaggio e di inclusione sociale.